Cosi’, come spesso mi capita nelle città o grandi centri, il mio alloggio è la missione cattolica locale (continuate a devolvere il vostro 8per mille alla chiesa cattolica, che c’è padre Michael che aiuta i viaggiatori in Vespa); mentre per quanto riguarda le cascate, beh, lì entrano maggiormente in campo le doti del viaggiatore. Per entrare il biglietto è 20 dollari. Ma se parli con chi dovere, facendo molto leva sulla simpatia che suscita il mezzo con cui ti vedono arrivare da lontano e che sentono da ancor più lontano (grazie al campanaccio appeso al portapacchi), dimezzi il biglietto.
Una volta entrato, eccole nella loro imponenza. Ora, parliamoci chiaro, di cascate ho avuto la fortuna di vederne parecchie. Non sono un gran appassionato di cascate. Belle eh, ma non ci faccio una passione. Le Victoria Falls sono una delle sette meraviglie del mondo. Difatti non deludono, no di certo. Magari in questo periodo non danno il massimo. E’ durante il periodo delle piogge che diventano “wow, sticazzi!”. Mi devo inventare qualcosa per farmele diventare un “wow, sticazzi!”. Ho sentito parlare di una piscina a ridosso della cascata, sulla cascata. Per entrare ci vogliono 70 dollari. Ma se pago 7 dollari per entrare nel parco delle cascate, di certo non pago dieci volte tanto per un bagnetto con altri turisti (ce lo diciamo? E dai diciamocelo: quando ti consideri, probabilmente a torto, un po’ viaggiatore, mischiarti ai turisti ti fa sentire un po’ come vittima di un declassamento di grado… viaggiatori del cavolo con la puzza sotto il naso 🙂 Chiusa parentesi).
Ed è qui che arriva chi ti offre l’alternativa, la salvezza, sotto forma di guida per niente ufficiale del parco. Si chiama Phineas, mi offre una camminata sulle cascate fino ad una piccola piscina naturale. Bingo.
“ah, ma scusa, non e’ vietato camminare sulle cascate?? Ci sono un filotto di cartelli che lo vietano, no?”
Mi risponde che i cartelli valgono solo per il periodo delle piogge. Ah, ok. Non e’ specificato, ma mi piace crederci. Anche perche’ il soldato che fa la ronda e che ci vede incamminarci ci sorride. Bene, la “legge” e’ dalla nostra parte. Mi accordo con Phineas per 3 dollari. Un prezzo a cui penserò molto nei 20 minuti che seguiranno. Perché se lo devo rapportare alle emozioni che camminare di sgamo a ridosso del margine della cascata, tra salti tra una roccia all’altra alternati a correnti d’acqua che se scivoli “è finita”, beh, ho fatto un gran affare! Se invece lo rapporto al rischio di farmi moooolto male, beh, e’ fin troppo. Mi viene da pensare alle Niagara Falls, dove se per ipotesi lontanissima un giorno apriranno al pubblico la camminata a ridosso del baratro, almeno nel periodo secco, come minimo ti fanno stipulare dieci polizze sulla vita e ti richiedono dieci assicurazioni sanitarie (oltre a darti un equipaggiamento da palombaro a prova di salto nel vuoto). 🆘Ma siamo in Africa, il cui modus operandi e’ paritetico a quello “lavarriano”: ti va bene, bene; ti va male, cavoli tuoi.
Ci va bene. Arriviamo in una specie di piscinetta naturale a ridosso del vuoto. Bisogna avere molto pelo sullo stomaco per lasciarsi scivolare dentro. Penso ai 3 dollari. Seguo il buon Phineas, mi attacco a qualche roccia fino ad arrivare lì a pochi centimetri dal vuoto. La corrente mi sbatte in faccia e comunque non e’ affatto debole. Ti spinge con violenza lì dove non devi assolutamente spingerti. Grandi emozioni. Una volta nella vita. Una. Anche perché la seconda potresti essere più sfortunato.
Sulla via del ritorno, nella testa, mi girano solo due parole.
Wow, sticazzi!