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La Bat-Lambretta.

icon-calendarData: 25 Gennaio 2018

icon-commentCommenti: 1

Non fumerò mai, non mangerò mai pesce, non avrò mai una Lambretta (almeno che non sia un Lui arancione conservato).
Bene o male questi i punti fermi che mi sono sempre dato. Ma giusto per regalarmi il piacere di rispettare qualche principio imprescindibile in una società ultra relativistica.
Ma poi venne il giorno che anche il terzo pilastro chiese di essere sfatato.
Vi racconto questa breve storiella.
Ero giunto a Lome, Togo, ormai da qualche giorno. Il tempo di ricrearmi il mio habitat fatto di conoscenze, luoghi, tragitti cittadini. Così vagavo in compagnia del mio amico Cristian, una creatura estremamente magra ma per certi versi piena di una sensibilità quasi spirituale.
Ci avevano detto che in un cortile, un signore possedeva il motore di una Vespa, forse di un modello strano chiamato “Rally”. Bbb
Spinti dalla curiosità, ci rechiamo a vedere. Entriamo in una specie di giardinetto. In un angolo effettivamente c è il motore di una Vespa. Che si rivelerà però di un PX. Nascosta dalla vegetazione, invece, la figura di quello che sembra uno scooter, tozzo e pesante. Immagino qualcosa di teutonico. Mi avvicino, riconosco le fattezze di una Lambretta. Qualcosa di strano. Lasciato a fare da fioriera chissà da quanto tempo. Ne studio i particolari. Per quanto arrugginiti, ammaccati e trascurati, è chiarissima l’arte magistrale con cui sono stati fatti. È lamiera modellata su una Lambretta. Altro che vetro resina. aaa
Qualcosa di unico a cui rendere giustizia. Chiedo al padrone del motore “Rally” se mi vende la carcassa. Tentenna. Non aveva considerato l’opzione. Non voglio passare per il “bianco” che con qualche soldo si porta a casa il souvenir, ma quel mezzo li, unico, qualunque cosa fosse, non meritava una fine del genere.
Mi dice che ci avrebbe pensato.
Qualche giorno dopo mi chiama, se voglio ripassare da lui me la vende. Detto, fatto.
Ncccon ho molte notizie in merito. Il tizio da cui l’ho comprata mi ha solo raccontato di averla presa da un altro togolese che la importó parecchi anni fa dall’Italia.
E fu così che il viaggiatore in Vespa, che per partigiana gogliarderia aveva sempre evitato quello scooter nato nella sua stessa città, si arrese al suo “cuore”.
Io, che in Africa, per caso incontro in un cortile nascosto una Lambretta unica nel suo genere, che rispedirò a casa. Che giri strani la vita!

eee dddE ora, per favore, non chiamatemi lambrettista, al massimo, Bat-lambrettista!

1 commento

  1. Pandino Gen 25, 2018

    In effetti adesso per circolare ci vorrà anche la maschera e il mantello nero…e Robin sul sellino posteriore…
    Quindi il prossimo step sarà……una frittura di pesce come si dice..mai dire mai
    Ps
    Ci vedrei bene sopra i due boss che erano sul Honda della foto precedente..ovviamente con occhialoni d ordinanza..
    Gooo Ilario..

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