Nel nord dell’Etiopia ci sono parecchi monasteri, di quelli che per visitare devi essere A) uomo B ) non soffrire di vertigini. Se riguardo la prima prerogativa non devo sforzarmi troppo, sulla seconda fatico un po’ di più.
Difatti, per entrare in questi monasteri ortodossi bisogna spesso scalare pareti rocciose di anche una decina di metri… senza troppe misure di sicurezza, ovviamente.
Uno di questi monasteri si chiama Debre Damo, nascosto tra le alte montagne rocciose che separano l’Etiopia dall’Eritrea. Probabilmente uno dei più belli… e impervi.
Detto, fatto. Lo scalo, lo visito e mi sento un alpinista al pari di Bonatti.
Sulla via del ritorno, ancora con l’adrenalina nelle vene, voglio strafare. Una piccola deviazione di terra battuta, non segnalata da alcun cartello, porta in Eritrea. La prendo.
L’unico artefatto umano è una specie di statua decrepita di cemento che commemora una delle tante battaglie tra i due paesi. Il confine è a 4km di distanza. Ma il sentiero per arrivarci è pessimo. Sabbioso e pendente. L’idea è di oltrepassare la frontiera in modo non ufficiale. Detto in altro modo, in modo illegale… e poi destreggiarmela con i soldati alla “Lavarra style” 😎. Perché io, di visti per l’Eritrea non ne avevo. Ad Addis Abeba avevo anche cercato di ottenerne uno, ma l’unica possibilità propostami era arrivarci via aerea. Giammai. O con l’Ardimentosa, o niente. E niente fu.☹️
Così, su quella mulattiera abbandonata e oggettivamente impossibile per le ruotine della Vespa mi dovetti arrendere.
Con me la magra consolazione di essere arrivato dopo soli due anni dall’accordo di pace tra Etiopia ed Eritrea (e dopo tre decenni di guerra); ma il rammarico di essere comunque giunto troppo presto.
Ci vorrà ancora del tempo prima che l’Eritrea si stabilizzi e apra le proprie frontiere con i paesi confinanti. Peccato. Rimarrà l’unico paese dell’Africa orientale a non essere stato toccato dal Grand Tour.
Questa la mia piccola testimonianza riguardo al premio Nobel per la pace Abiy Ahmed Ali. Complimenti Abiy!👍🏻
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In the north of Ethiopia there are several monasteries, and if you want visit them, you must A) be a man B ) do not suffer from vertigo. If regarding the first prerogative I don’t have to strain myself too much, the second it’s bit more difficulty for me.
In fact, in order to enter in these Orthodox monasteries, you have often to climb rocky walls of even ten meters … without too many safety measures.
One of these monasteries is called Debre Damo, hidden among the high rocky mountains that separate Ethiopia from Eritrea. Probably one of the most beautiful … and inaccessible.
I visited it and I felt like one of the best mountaineer ever.
On the way back, still with adrenaline in my veins, I wanted to repeat something “great”.
A small deviation of beaten earth, not indicated by any sign, leaded to Eritrea. I took it.
The only human artifact is a kind of decrepit concrete statue that commemorates one of the many battles between the two countries. The border is 4km away. But the path to get there is bad. Sandy and hanging. The idea is to cross the border in unofficially way. Or, in other terms, illegally … and then juggle with the soldiers at the “Lavarra style” 😎. Because I did not get visas for Eritrea. In Addis Ababa I tried to get one, but the only possibility offered to me was to arrive by air. Never. Or with my Ardimentosa, or nothing. And nothing was.☹️
So, on that abandoned and objectively impossible mule track I had to give up. Too difficult for the wheels of my Vespa.
With me the tiny consolation of having arrived after only two years from the peace agreement between Ethiopia and Eritrea (and after three decades of war); but the regret of having arrived too soon.
It will take some time before Eritrea stabilizes and opens its borders with neighboring countries.
It will remain the only country in East Africa that has not been touched by the Grand Tour.
This is my little testimony about the Nobel Peace Prize winner Abiy Ahmed Ali. Abiy, Congratulations!👍🏻