Era qualche giorno che attraversavo i boschi dell’alto Canada. Centinaia e centinaia di chilometri di conifere, laghetti e orsi. E basta. Ad un certo punto un villaggio isolato. Così, piantato nel nulla. Un signore sulla sessantina, arrivato come da me da poco con il suo vecchio camper, esce ed esordisce felicissimo con un “oh civilization!!!”. La felicità. La felicità per qualcosa dove saper prendere le misure, qualcosa di conosciuto, di utilizzabile, di condiviso con altri esseri umani. Dopo giorni di alberi e una striscia di asfalto come unico costrutto artificiale, ecco delle case, dei lampioni. Una sensazione strana quella di quel signore, che poi era anche la mia.
Ecco, più o meno sono gli stessi equilibri contrastanti emersi ieri quando sono arrivato tra i grattacieli e i giardinetti di Luanda, capitale dell’Angola.
L’Africa occidentale è ufficialmente finita. Forse la parte d’Africa più autentica, meno turistica, più impegnativa è finita. Ci avrei un mare di parole ma me le tengo per me. Certo, sono felice che per un po’ sarà tutto più facile, più “occidentale”, più a misura di Vespa. Ma presente quella sensazione dell’ “è stato difficile ma bello”?
Comunque ora godiamoci le comode modernità e questa civilization!