La sera, verso le 6 inizia il tramonto. La piccola provinciale, i sorrisi, gli incontri della giornata si stanno ormai depositando dolcemente dentro il mio lento incedere. Percorro gli ultimi chilometri con l’Africa che mi percorre attraverso. Quel suo enorme sole che si va a nascondere tra un palmeto e la foschia impigliata di una foresta di caucciù. Il ronzare rassicurante dell’Ardimentosa incornicia sensazioni e pensieri, gli ultimi sguardi di chi cammina lungo i margini con equilibrato in testa il proprio fagotto, mentre io inizio a guardarmi intorno. Cerco il gruppetto di capanne di qualche famiglia di contadini. Non devono essere tante, non deve essere qualcosa di dispersivo. Sono un po’ geloso in questo. Voglio che sia un cerimoniale raccolto e prezioso, quel mio chiedere ospitalità per una notte. Ben appartate nella vegetazione quattro casette sembrano fare al caso mio. Mi fermo, i primi a venirmi incontro sono sempre sciami di bambini sorridenti. Quindi i fratelli maggiori e le donne del villaggio. Mi dicono di dormire con loro, ma non voglio disturbare troppo così metto la tenda in qualche angolo. Per cena mi offrono pastelle di banana o di manioca, da intingere in brodi di carne, gallina o topo, ben piccanti. Ananas come dessert. Tutto accompagnato da acqua di cocco fermentato o acqua di cacao. Alle otto, quando è buio, si va a dormire con gli uccelli della notte a far da accompagnamento.
Ma la mattina sono i canti dei galli che giocano a rimpiattino tra di loro ad iniziare il tutto. Quindi, il frusciare delle scopette che grattano il piazzale e il tamburellare dei pestelli di legno.
Apro la tenda e ricomincio ad amare l’Africa dove l’avevo lasciata la sera prima. Così, ogni giorno.
Ad ogni modo di fatica se ne fa parecchia in Africa, sia chiaro… ma poi attraversi queste foreste di enormi bambu e capisci che ne vale sempre la pena! grazie Africa!!
eh niente, voleva essere una foto “Ardimentosa incastonata nell’albero”, però poi abbiamo pensato che era più bella se fosse stata “ardimentosa incastonata tra gli amici africani”…et voilà!
“Oggi mi sento togo!” è una battuta che non è ancora stata fatta da chiunque arrivi a Lome? Un articolo per i miei amici francofoni.
Ilaaaariiioo!! I google translated the whole thing! 🙂 So great to read about your stories! I love them! Keep traveling, keep writing them down, keep capturing pictures and I will keep reading them :). Be careful and enjooooooyyyy!!!!
Ciao!!
Annisa
L Annisa e caricata a pallettoni..cosi si fa…..belli entusiasti..
Oltre a essere..toghi si troveranno mai i biscotti Togo in quel paese…?..
Non credo forse fa troppo caldo ..mi sembra di ricordarli ricoperti di cioccolata..
Tutto magico!!!! Bello e romantico (a parte la storia del brodo di topo sia chiaro…fortuna che sono piccanti) continua così Ilario che è tutto perfetto! Questa è la tua leggenda e verrà tramandata da vespista a vespista nel tempo, sono sicuro!
Ho visto che stai “vendendo” una vespa dal Togo,ma il localizzatore ti da ancora in Ghana?
Ciao Milo
In effetti è un po’ che il localizzatore….piantato..
Eh già…… effettivamente qualcosa non va! Chi potrebbe illuminarci se non proprio il ns. grande Ilario?
Beh sappiamo che tra un..topo e l altro una buona colazione la fa…
Pandino, sei eccezionalmente grande! Ilario non poteva sperare di meglio che avere degli amici d’avventura di questo calibro. Amici che non mancano mai di fargli sentire il proprio calore. Il proprio affetto e la loro vicinanza.
grazie Nico…la cosa mi fa molto piacere ma l impresa che è già….eccezzionale la sta compiendo l Ilario…
Sai noi siamo dei leoni da…tastiera ma i leoni veri li affronta lui..le piste polverose e le mille insidie che ogni giorno incontra
Io e…tutti gli altri saremo sempre qua ne puoi stare certo…