Avete presente quando siete in fila e qualcuno vi passa davanti? Ecco, un po’ vi girano le balle, perché non è corretto, non è giusto, in una parola: è una ingiustizia. Bene. Oggi mi é capitata la stessa cosa, ma io non ero quello in fila.
Breve cronistoria. È da qualche giorno che ho una leggera febbre, Mal di gola, linfonodi inguinali ingrossati. Confrontandomi con alcuni medici che conosco, per quanto io ritenga essere toxoplasmosi, si è convenuto che la cosa migliore è che io facessi degli esami del sangue. Solo poi avremmo deciso la cura. Bene.
Piccolo problema: a Cuamba, piccola cittadina nel profondo Mozambico, dove non ci sono nemmeno le strade asfaltate, i due “ospedali” dove le galline razzolano per il cortile (e non credo sia per la pet-therapy), di macchinari per fare un emocromo completo non sanno nemmeno che forma abbiano. E intanto intorno a me gente sofferente, povera gente con convulsioni accasciata per terra, bambini con psoriasi ovunque e occhi lucidi che dire arrivino a domani è una bella scommessa. In tutta onestà ho pensato che il sig.Ilario Lavarra non era nemmeno così grave per riservarsi il diritto di entrare in questi due ospedali. Vabbè, devo curarmi. Anche perché di fare i prossimi 120km di sterrato fino al Malawi a 40gradi centigradi in uno stato febbricitante non ne ho voglia.
Mi indirizzo all’ingresso di un grosso stabilimento di un’impresa portoghese che estrae carbone.
Il tipo in guardiola, mozambicano, mi fa entrare sulla fiducia… credo che di solito spari a vista sui connazionali che si spingono troppo vicino, ma vabbè, io sono un bianco dopotutto.
All’interno tutto tace, solo belle casette in muratura. È sempre domenica mattina. In uno dei due ospedali pubblici mi avevano detto che lì dentro c’era una clinica. La vedo, è un piccolo bel prefabbricato. Un’altra guardia mi va a chiamare il tecnico di laboratorio, mozambicano. Sta dormendo ma arriva abbastanza subito. Spiego il problema. A sua volta chiama L infermiere mozambicano (sempre della compagnia portoghese) e gli spiega il problema; il quale, prende una moto taxi e arriva in 5minuti. Io, l’infermiere e il tecnico di laboratorio entriamo nel prefabbricato che funge da clinica privata. Non ci sono nemmeno le galline dentro. Tutto è pulito e c’è perfino la corrente con tanto di aria condizionata. Fantascienza a queste latitudini. L infermiere mi fa il prelievo, mi ringrazia (?!) e se ne va. Il tecnico con il mio sangue fa quindi le analisi. Gli passo sottobanco la bellezza di 7€.
Con le analisi del sangue ritorno in uno dei due ospedali e il medico mi prescrive la ricetta. Domani, quando la farmacia apre, comprerò le medicine e sarò comunque salvo. Io. Bianco. Con un po’ di febbre. Che in venti minuti ha avuto il suo emocromo completo. Che si potrà permettere di comprare le medicine da pochi euro. Che alla fiera dell’est.
Tutto qui, oggi ho superato solo la fila dei moribondi. E non per guadagnarci qualche minuto di tempo, ma per tutelare quello che ho di più caro, la mia vita (figuratevi quindi quanto potrei stare a loro sul cazzo, poveretti che la fila se la sorbiscono senza troppa speranza).
Moribondi che comunque rimarranno tali e vivranno le loro cazzo di vite di sussistenza (se vivranno). Perché noi, bianchi, quello che loro hanno in eccesso, quello da cui potrebbero ricavare qualche soldo per permettersi chenneso, una lattina di Coca-Cola ogni tanto o un macchinario che salverebbe la vita a qualche migliaia di anime, ce lo prendiamo con contratti firmati coi governi filo occidentali (in caso contrario finanziamo i ribelli e via di guerre civili..giusto perché sono in Mozambico).
Perdonatemi, oggi un po’ mi sto sul cazzo. O forse è da 50.000km che ogni volta che vedo CON I MIEI OCCHI la solita immancabile compagnia europea fottersi legna/pesce/marmo/frutta/carbone/petrolio/ECC. mi sto un po’ sul cazzo.
Buona domenica.
Ps se dovete rispondere,per favore non buttatela in politica, io ho evitato di farlo, dai.
Ps se ho scritto questo pezzo di getto, è perché davvero capisci quanto la vita abbia un valore a seconda del colore della pelle e di quello che hai nel portafoglio. E quando lo capisci sulla tua pelle crudamente, bhè fa un certo effetto.
Do you know when you are in line and someone passes by? You think “fucking asshole” at least, because it is not correct, it is not right, in a word: it is an injustice. Good. Today the same thing happened to me, but I was not the one in line.
Short history. It’s been a few days since I have a slight fever, sore throat, swollen inguinal lymph nodes. By comparing myself with some doctors I know in Italy, as far as I think is toxoplasmosis, we decided the best thing is for me to do a blood test. Only then we would have decided the cure. Good.
Small problem: in Cuamba, a small town in the deep Mozambique, where there are not even asphalt roads, the two “hospitals” where the chicken scratch around the courtyard (and I do not think it’s for the pet-therapy), don’t have the machinery to make a blood test. And meanwhile around me suffering people, poor people with convulsions slumped on the ground, children with psoriasis everywhere and bright eyes, not sure they can survive still tomorrow.
In all honesty I thought that Mr. Ilario Lavarra was not even that serious to reserve the right to enter these two hospitals. Anyway, I have to treat myself. Also because I do not want doing the next 120km of dirt road up to Malawi at 40 degrees centigrade in a feverish state.
So I went to the entrance of a big Portuguese company that extracts coal.
The guy in the guardhouse, Mozambican, makes me enter with no problem … I think he usually shoots on his compatriots who go too close, but well, I’m a white. Inside everything is silent, only beautiful brick houses. It is Sunday morning. In one of the two public hospitals, they told me that there was a clinic here. I see it, it’s a nice little prefab. Another guard calls for me the laboratory technician, Mozambican. He’s sleeping but he arrives soon enough. I explain the problem. In turn he calls the Mozambican nurse (always from the Portuguese company) and explains the problem to him; which, takes a motorcycle taxi and arrives in 5 minutes. I, the nurse and the laboratory technician enter the prefabricated building that serves as a private clinic. There are not even the chicken inside. Everything is clean and there is even the current with A/C. Pure fantasy stuff at these latitudes. The nurse takes blood from me, thanks me (?!) And goes away. The technician then analyzes my blood. At the end I give him a tip of 7€.
With my blood, I returned to one of the two hospitals and the doctor prescribes the therapy. Tomorrow, when the pharmacy opens, I’ll buy the medicine and I’ll be safe anyway. I. White. With a little fever. That in twenty minutes had his complete blood test. That can buy medicines for a few euros.
That’s all, today I only overpassed the Line of dying people. And not to win a few minutes of time, but to protect what For me it’s more important, my life (so imagine how much I could be a asshole for them).
They will remain in the line to live their fucking subsistence life (if they will survive). Because we, whites, take what they have in excess, that excess from which they could get some money to buy a can of Coca-Cola or a machine that would save the lives of a few thousand souls, we take it with signed contracts with the western governments (otherwise we finance the rebels and the way of civil wars … just because I am in Mozambique).
Forgive me, today I’m feel an asshole. Or maybe it is 50,000kms that every time I see WITH MY EYES the usual inevitable European company fucking wood / fish / marble / fruit / coal / petrol / ECC. I feel my self an asshole. Have a nice Sunday.
Ps if you have to answer, please do not throw it into politics, I have avoided doing it, come on.
Ps if I wrote this piece it’s because you really understand how much life has value depending on the color of your skin and what you have in your wallet. And when you understand it, well it makes a certain effect.