In bocca ho ancora il sapore della benzina che ho dovuto travasare dalla tanica di scorta misto all’amaro della fatica. Non sono passati nemmeno 300m dall’attraversamento della fanghiglia precedente. Uno spiffero non più caldo mi ricorda che sono le sei di sera e il tramonto è questione di minuti. La strada che unisce il Gabon al Congo è un sentiero silenzioso che scivola nella savana, racchiuso tra due alti muri di fili d’erba. In fondo alla piana bufali ed elefanti pascolano pacifici. Ci sono anche le pantere, ma preferisco non vederle questa volta… mi bastò quel bosco notturno del Sud Dakota; un pensiero distratto. Mi perdo un attimo per poi ritornare ai miei piedi a mollo. Odoro i profumi. 45km di sterrato, fango e tratti completamente inondati dalle piogge. Io e nessun altro, a parte gli animali della savana. Non sono neanche a metà strada. 20km in 4 ore. La Vespa bloccata per l’ennesima volta. Ancora una volta. Bloccata, ferma. E la marmitta soffocata dall’acqua ha fatto spegnere il motore. Tiro giù i bagagli cercando di mantenere con l’altra mano lo sterzo in equilibrio. Sento i tuoni avvicinarsi. Non sono nemmeno agitato. Non è per spavalderia. Certe situazioni ormai le so gestire. Sono solo infastidito da tutto il fango che ho addosso e che probabilmente non potrò togliermi prima di entrare nella tenda. Devo anche trovare dove dormire. Amen. Con i piedi scivolo sul fondo della pozzanghera. Mi scappa un filotto di parolacce. Cerco a fatica di far sobbalzare in avanti la Vespa. È l’unico modo per tirarmi fuori.
77
Sono questi i miei primi 30.000km. Magari a tratti difficili, ma pieni d’Africa. Riesco a trascinare l’Ardimentosa sulla terra battuta. La savana al tramonto tutta per me. Qualche stella australe punteggia di già nel cielo. Un lampo di consapevole felicità mi strappa un sorriso. Magari un giorno lo racconterò ai miei nipoti. Rimetto i bagagli sul portapacchi e continuo in questa mia profumata essenza d’Africa. Avanti tutta, come sempre!